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domenica 22 gennaio 2012

Arquata del Tronto (AP), un paese tra due parchi




Giuseppe Garibaldi, di cui proprio in questi giorni la Rai ha celebrato la figura insieme all’amata Anita con una fiction, passò per Arquata del Tronto nel 1849.

Rimase così entusiasta dell’accoglienza riservatagli dalle popolazioni di montagna che, nelle sue memorie, volle dedicare un’intera pagina a questo stupendo luogo dell’ascolano.

L’eroe dei Due Mondi transitò faticosamente per le scoscese cime della Sibilla e del Vettore, per osservare la strategica valle del Tronto, frontiera napoletana e raggiungere Roma.

Basterebbe questo per decretare la valenza storica di un luogo dell’anima immerso tra i due parchi nazionali, Gran Sasso - Monti della Laga e Sibillini.

Eppure in questo borgo appenninico, antica stazione romana sulla Consolare Salaria, c’è tant’altro da scoprire.

La presenza dei Longobardi che da queste parti hanno lasciato tracce indelebili e necropoli ovunque; il passaggio di Carlo Magno che, nell’800 vi transitò per raggiungere la capitale ed essere incoronato; la regina Giovanna D’Angiò, napoletana, innamorata della stupenda rocca che sovrasta l’abitato.

La sovrana sarebbe rimasta fino alla sua morte, alimentando la leggenda che ancora oggi il suo fantasma si aggiri nel maniero in ogni notte priva di luna.

Il castello, antica roccaforte strategica dalle torri merlate, costituisce il simbolo della cittadina, una delle tante peculiarità del luogo e domina con la sua imponenza tutta la valle.

Racconti di mercanti passati lungo queste vie per approvvigionarsi del sale prodotto nelle saline truentine, storie tenebrose al limite della realtà, ai tempi della Santa Inquisizione quando furono processati e condannati a morte più di un religioso e giù fino alle memorie dei carbonai e dei pastori che hanno popolato i sentieri e le foreste dintorno.

E a proposito di santità pochi sanno che, a qualche chilometro, è conservata incredibilmente una copia della Sindone, fedele riproduzione del sacro lino con l’identica immagine dell’uomo flagellato e crocefisso ingiustamente.

È un territorio tutt’intorno spettacolare, che dai 600 metri trascina il visitatore sbalordito fino ai 2400 sopra il livello del mare.

Un luogo memore di antichi splendori, così bello da colpire la fantasia di registi e scrittori, non ultimo il grande Pietro Germi che volle ambientare qui le riprese del suo capolavoro “Serafino” con Celentano protagonista.

Visitare Arquata del Tronto, le sue pietre impastate di vita, i suoi boschi secolari, è come sfogliare un volume di storia e di geografia: un condensato di passato e natura che affascina e fa innamorare.

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Il video, della durata di 3m 27s è stato realizzato il 22 marzo 2006 da Vincenzo Cicconi (www.PacotVideo.it).

L'articolo è stato redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".

L'articolo è stato pubblicato su 2 blog
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