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sabato 23 maggio 2015

Le meraviglie di Rosciolo in valle Porclaneta.

Costanza ha un'età.
Si è curvata sotto il peso degli anni, ma quando il vento scuote un albero vecchio, si dice che cadono giù le foglie ma il tronco rimane fermo.

Le mani della dolce vecchina sono incallite, il cuore però è grande.
Racconta storie da regina.


Da quella bocca antica escono benedizioni miste a ricordi ed emozioni senza tempo.
Narra di un paese, Rosciolo, dove un tempo venivano chiuse le porte d'ingresso la sera per essere riaperte al mattino successivo, incastellati per bene a difesa di malintenzionati.
Erano tempi duri e il borgo era circondato da portici e mura.
Anche oggi è difficile vivere da queste parti.
E' davvero ciarliera Costanza, ascoltarla è un piacere.

Siamo nell'antico abitato, pochi passi da Magliano dei Marsi, cuore dell'aquilano, proprio dove la terra trema e si muove anche a darmi il benvenuto in questa calda mattina di aprile.

La combattiva donna neanche le conta più le scosse, le gambe degli abitanti di Rosciolo non tremano certo di paura, sanno convivere con le bizze della terra.

Il posto è suggestivo, elevato com'è su di una collina calcarea, in ginocchio ai piedi del re, il monte Velino, a 900 metri di altezza.

Ne conta qualcuno in più la vetusta parrocchiale dedicata a Santa Maria delle Grazie, che si stacca imperiosa, dall'anonima piazzetta, nella parte più elevata del borgo medievale.
Strette vie si dipartono dalla chiesa, tra antichi resti e case imbrunite dal tempo.
E' come essere in viaggio all'interno di una prodigiosa macchina del tempo.

Ci teneva Costanza a portarmi all'interno di questo tempio prima di farmi scoprire il gioiello della Valle Porclaneta per cui ho fatto questi chilometri sull'autostrada Teramo Avezzano.

Si, tutti vengono fin qua alla scoperta di Santa Maria in Valle, antico manufatto sacro dell'XI secolo.

"Anche la nostra Santa Maria delle Grazie merita i tuoi occhi"- dice ridendo la vecchietta terribile.

Un sagrato rettangolare, sopraelevato di qualche gradino in pietra precede la facciata squadrata, contornata a sinistra da una tozza torre campanaria con, a destra, un bel rosone romanico elegante, affiancato da uno più piccolo.

Sull'architrave dell'ingresso principale c'è una bella lunetta con affresco di Madonna con Bimbo che regge il globo, affiancata da San Giovanni Battista e San Pietro, accanto a tre angeli.
Entro e rimango basito.

Sulla bacheca della chiesa campeggia una foto gigante che ritrae Costanza insieme al Papa emerito Benedetto XVI, col parroco del paesino e il segretario particolare di Sua Santità.
Anche il pontefice è arrivato fin qua per scoprire la Maria di Valle Porclaneta e anche lui ha dovuto visitare la chiesa del centro storico.

Scopro che Costanza è di casa in Rai; è apparsa in video, ripresa dalle telecamere di Sveva a Geo e Geo e dal Bevilacqua che conosciamo in Sereno Variabile.

Non ci resta che andare in auto in mezzo alle campagne, oggi solitarie, ma un tempo ricche di case e proprietà della Chiesa, che si estendono sotto la montagna madre.

Andiamo alla scoperta del secolare tempio, patrimonio dell'umanità e Monumento Nazionale.
Nell'aria c'è una luce vivida e il panorama è sontuoso.

La chiesa di S. Maria in Valle Porclaneta è poco distante dal sentiero impervio che sale sul Velino, a quota 1006 metri.
Costanza è prodiga di notizie!
Mi invita a guardare attentamente la facciata del manufatto dove le falde del tetto ripeterebbero perfezione la sagoma del monte sopra.
Sarà ma io non scorgo questa somiglianza.
L'esterno è anonimo.

Piuttosto la mia attenzione è dedicata al tipo di scrittura che si trova sui capitelli e il portale con lunetta, sormontata da un delizioso affresco di Nostra Signora con due angeli ai lati dei primo del secolo XIV.

L'anziana fa fede al suo nome, con "costanza" e dedizione continua a informarmi.

La chiesa sarebbe risalente al VII secolo anche se il primo documento certo è del 1048 dove si legge della donazione del castello di Rosciolo al monastero di Valle Porclaneta.

Poi gira la chiave nella toppa, l'antico portale, pesante, cigola sinistramente fin quando, aprendosi, schiude le sue meraviglie!

Nelle tre navate con abside centrale semicircolare c'è tutta la sapienza creativa dell'arte nel mondo: stili diversi da preromanico a romanico e bizantino; capitelli con animali incredibili, simboli primordiali o templari, figure geometriche, fiori della Vita ... fin quando, addossato a una colonna di pietra, si offe alla mia vista il magnifico ambone del 1150, opera di Roberto e di Nicodemo che già avevano creato altrettanti manufatti in altre chiese abruzzesi, come Santa Maria del Lago a Moscufo nel pescarese.

Qui però gli artisti erano in stato di grazia! Le sculture sono incredibilmente belle e originali: c'è Giona che viene espulso al ventre della balena, Salomè che danza sinuosa, il mitico Sansone dai capelli fluenti che ammazza un leone con un bastone, il tutto in un susseguirsi di angeli e figure sante .

Non finisci di essere rapito da cotanta bellezza che la mia cicerone quasi mi urla di guardare con attenzione all'"Iconostasi", struttura ricca di icone e posta in alto a separazione tra la parte dedicata ai catecumeni battezzati e religiosi dal resto dei fedeli.

Ora gli occhi si sgranano verso un trionfo di draghi, grifoni, tra colonnine eleganti, fregiate da giri di foglie e fiori e parte lignea in quercia del 1240, che soffre l'usura del tempo.

La gioia di essere dentro questo tesoro è grande.

Non avevo mai visto tanta arte tutta insieme.
Tra affreschi del trecento, in fondo troneggia il "Ciborio" quasi ricamato nelle sue sculture, ricco di figure arabeggianti che gli stessi autori dell'ambone hanno regalato all'eternità.

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Rivolgetevi per la visita a Costanza prenotandovi al 3482768926 o 3407947704 o fisso al 0863517691.
Attenzione, c'è la possibilità di dormire nel piccolo ostello con cucina e bagno a lato della chiesa donando un'offerta libera, (sei- otto posti letto!).

Per raggiungere Magliano dei Marsi e Rosciolo nel parco Regionale del Velino Sirente, percorrere l'autostrada A25 direzione L'Aquila Avezzano, uscita Magliano.
Si mangia bene ovunque.
Io ho mangiato ottima carne locale alla brace al Ristorante "Anfiteatro" di fronte ai resti dell'antica città romana di Alba Fucens assolutamente da visitare a circa 18 chilometri, direzione Ovindoli.

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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.
Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
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