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sabato 21 aprile 2007

Mario Ambrosini: dall'antifascismo alle lotte sindacali. Brevi ricordi di un militante. (Parte 5°)

Alcuni giorni prima della Pasqua del 1944 decisi di riprendere contat­to con Armando Ammazzalorso e, con Nicola Sclocchini, mi recai a Poggio Valle dove fummo ospiti della famiglia Tassoni.
Nel paese incontrammo Attilio Taraschi e Guido Pezza.
Dopo qual­che giorno avvenne l'incontro a Valle Piola e fu molto festoso.

Ar­mando Ammazzalorso era in compagnia della squadra di Garrano con i partigiani Vittorio Fanelli, Gino Battistelli, Scacchia e Fazzini, ospiti della famiglia di Velio Ferrante.
Concordammo che nella zona dove dovevo operare era troppo facile essere scoperti, bisognava attendere che il grano fosse alto.

Nel mese di maggio con mio padre in località Piano d'Accio, al di là del fiume Tordino, incontrai Felice Rodomonte.

Ci venne a contattare a Casemolino il colonnello Mazzei, anche egli facente parte della re­sistenza.
Presero contatto con me e mio padre sempre nel mese di maggio del 1944 un inglese e un americano dell'esercito alleato i quali ci informarono di un gruppo di partigiani, al comando di Pelagalli, attivo a Civitella del Tronto con cui avremmo potuto prendere contatto.

Intanto si pensò di fare qualche atto di sabotaggio.

Le truppe tedesche avevano messo nei vari incroci stradali dei cartelli indicatori per la percorrenza delle autocolonne: invertimmo i cartelli da un bivio ad un altro creando confusione e perdita di tempo alle autocolonne tedesche.

Nei primi giorni di giugno l'esercito tedesco iniziò la ritirata dal fronte.
A Castellalto un gruppo partigiano capeggiato da un individuo poco raccomandabile si comportò in modo da creare turbative atte a di­struggere documenti del Comune, imponendo, con atti intimidatori, al parroco Don Serafino De Berardinis colazioni e pranzi gratis.

I notabili del paese informati della nostra presenza, tramite Vittorio D'Andrea che aveva funzioni di applicato di segreteria nel Comune, ci fecero sapere che la nostra presenza sarebbe stata utile e necessaria.

lo e mio padre ci recammo a Castellalto e, resici conto della situazione, accettammo di assumerci la responsabilità di ristabilire l'ordine.

Così il gruppo che avrebbe dovuto operare nella guerra contro i nazifascisti fu impegnato nell'opera di polizia e prevenzione, impe­dendo ai soldati tedeschi e fascisti sbandati ogni atto inconsulto.
Riuscimmo a fronteggiare la precaria situazione.

Nell'ufficio comu­nale si doveva ricostruire l'anagrafe e tutti gli atti amministrativi.
Avem­mo la fortuna di avere in qualità di segretario comunale il sig. Lucci che con instancabile senso del dovere riuscì a ristabilire la normale attività del Comune.

L'altro problema era la mancanza di sale e l'aiuto agli sfollati.
Anche questi problemi furono risolti coinvolgendo le famiglie proprietarie che contribuirono con soldi e sacchi a far arrivare il sale da Santa Mar­gherita.

A distribuzione avvenuta furono restituiti soldi e sacchi.
Gli sfollali furono assistiti.
Furono istituite scuole.

Per assolvere ai compiti di polizia collaborarono: i fratelli Giovanni e Gennaro Nocella, Nicola Sclocchini, Serafino De Luca, Antonio Pallitti, Orazio Rotolone, Domenico Di Ferdinando, Emidio Filippini, Davide Recchiuti.

Il 17 agosto 1944 il Commissario Provinciale del governo Militare Alleato nominò Commissario Straordinario per l'amministrazione al Comune di Castellalto Gaetano Ambrosiani.

II 29 ottobre 1944 il Prefetto Giovanni Lorenzini comunicò a mio pa­dre la nomina a Sindaco della civica amministrazione di Castellalto.

Per quanto dichiarato sull'incontro avvenuto con Armando Ammazzalorso in località Valle Piola due giorni dopo la Pasqua del 1944, devo aggiungere che nel viaggio di ritorno alla mia base operativa non fu possibile usare il percorso precedentemente usato, per evitare incontri e scontri con pattuglie nazifasciste.

Questo comportò l'allungamento del percorso, una notte all’addiaccio nella neve, in compagnia dell'ululato del lupo.

Alle prime luci dell'alba riprendemmo il cammino, dopo aver percorso qualche chilometro trovammo le impronte dei lupi sulla neve.
Giunti a Pietra Stretta ci incamminammo per raggiungere il paesino di Piano Maggiore, li fummo ospi­tati dalla famiglia di Giovanni Lera.
Il mattino seguente prima di ripartire ci fu richiesta una ricevuta per attestare l'ospitalità ricevuta, che rilasciai.


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Testimonianza di Mario Ambrosini
Tratto dalla Collana "Quaderni della memoria"
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