L'entusiasmo per la fine del fascismo e della guerra facilitò la crescita del P.C.I.
I compagni per raggiungere le varie zone dove si esercitava l'opera di proselitismo e organizzazione usavano le gambe e le biciclette e le rare auto e moto possedute dai militanti; ricordo a proposito i compagni Francesco D'Alessio, Francesco Nori e il compagno Gigi D'Eugenio con il suo 500 Guzzi.
Nei vari quartieri si organizzarono le cellule.
Nella ex Federazione Fascista si insediarono: il Partito Comunista, il Partito Socialista e l'A.N.P.I.
Fu organizzata una biblioteca, con libri donati dai compagni Tommaso e Giovanni Ciunci e fu organizzato il circolo giovanile "Stella"
Il compagno Alessio Camardella tenne lezioni sul marxismo, sul plus valore, sulla cultura in genere.
In principio tutto funzionava a meraviglia.
Iniziò un periodo di scarsa partecipazione alle riunioni, mentre imperava la disoccupazione.
Si comprese che la cultura, la prospettiva del domani forniva la speranza, ma per l'oggi?
Nel sindacato C.G.I.L. iniziò un periodo di difficoltà soprattutto nel settore dell’edilizia, con i1 conseguente ristagno dello sviluppo organizzativo anche nelle campagne.
Il Segretario della Camera del lavoro che sostituì Antonio Tosti, un certo Riccardo Riccardi, contribuì alla situazione di crisi attraverso la firma di accordi antioperai.
La società Terni concessionaria per lo sfruttamento delle acque nella nostra Regione, terminate le costruzioni delle centrali di S.Giacomo e Provvidenza, interruppe i lavori per la costruzione della terza centrale, chiudendo tutti i cantieri.
La società Terni licenziò 700 operai con un accordo beffa avallato dal segretario Riccardo Riccardi.
Venne richiamato da Chieti il compagno Toni Di Paolantonio per assolvere alla funzione di segretario provinciale della C.G.I.L.
Anche nel P.C.I. avvenne un cambio direzionale, nuovo segretario provinciale diviene il toscano Nencini; responsabile dell'organizzazione Raul Silvestri.
Si cercò di rimediare alla situazione di crisi lanciando una campagna di reclutamento nel partito.
Si impegnarono tutti i compagni attivisti, fu anche lanciata una sottoscrizione e il ricavato permise l'acquisto di una Balilla.
La campagna di reclutamento ebbe un certo successo, ma mancava ancora un progetto politico per affrontare la crisi economica del momento.
In quel tempo facevo parte della commissione di organizzazione del Partito e del direttivo provinciale.
In una riunione del direttivo vi fu uno scontro di posizioni.
Nella relazione introduttiva il segretario Nencini sostenne che la campagna di reclutamento con un partito più forte avrebbe risolto i problemi esistenti.
Mentre altri compagni sostenevano che senza un progetto politico di rilancio della nostra Provincia non avremmo risolto nulla.
Lo scontro si concluse con l'espulsione del compagno Vincenzo Massignani e di Vincenzo Pultroni.
Con il ritorno di Tom a Teramo cominciò a cambiare la situazione sia nel Partito che nel sindacato.
Tom iniziò a riprendere contatto con tutti gli attivisti sia del partito che del sindacato.
Gli incontri avvenivano in ogni luogo e si protraevano fino alle quattro del mattino.
Si iniziò in questo modo a preparare il terreno per la lotta del Vomano.
Intanto un certo Tranquilli lavorò con grandi sacrifici, ma con grande successo, all'organizzazione del sindacato dei mezzadri.
II progetto della Val Vomano che doveva rappresentare il riscatto della nostra provincia e dell'Abruzzo intero cominciava a determinarsi.
Il completamento delle centrali idroelettriche avrebbe prodotto tanta energia capace di trasformare tutto l'Abruzzo.
Per coinvolgere tutte le categorie che operavano su tutto il territorio era necessario spiegare quali benefici si potevano ottenere con la vittoria del progetto Val Vomano.
Si riuscì a coinvolgere nella lotta tutta la gente, portando nelle più sperdute zone la parola del sindacato e del partito.
Quanti compagni comunisti e socialisti si impegnarono senza tregua per il progetto Val Vomano !
Molti di noi compagni non avevano la facilità nell'uso della parola ma ci aiutavamo con appunti sui fogli di carta.
Una delle armi che ebbe una grande risonanza furono gli scioperi a rovescio.
Punto focale della lotta fu Montorio al Vomano, con scontri con le forze dell'Ordine: come si può dimenticare il grande contributo dato dalle donne di Montorio al Vomano?
Intanto Vincenzo Massignani rientrò nel partito, e fu uno dei protagonisti di quelle lotte.
Vincenzo era proprietario di un motociclo “cardellino" della Guzzi.
Tom, che doveva recarsi a Montorio con urgenza, non avendo a disposizione altri mezzi, si fece accompagnare da Vincenzo, ma prima di arrivare a Montorio in una curva a gomito chiamata del "generale” caddero entrambi, per fortuna senza conseguenze.
**************************************
Testimonianza di Mario Ambrosini
Tratto dalla Collana "Quaderni della memoria"
**************************************
Nessun commento:
Posta un commento