Cerca nel blog o nel web o nei siti della PacotVideo

martedì 11 maggio 2010

SILENZI DI PIETRA. Ghost town, chiese e tratturi tra Laga e Sibillini

Un libro concepito con felicità, con freschezza, con la purezza e il respiro dell'aria aperta.

Un viaggio che l'autore compie nella parte più recondita del centro-Italia, nei Monti della Laga e i Sibillini, tra paesi abbandonati, memorie di pastori e carbonai, storie e leggende, tradizioni e curiosità.

Sullo sfondo una natura incredibilmente bella che riserva sorprese, genera avventura, in un mondo dietro casa imprevedibile, assolutamente remoto, tutto da raccontare.

Il viaggio della vita è quello che rappresenta per noi qualcosa d’importante.
Sarà significativo, indipendentemente dal luogo e dalla compagnia.

Sarà importante perché noi lo riempiremo di significati, di simboli e di rivelazioni, anche se non avverrà nulla. Non è necessario che sia un luogo che abbiamo sempre desiderato di visitare, o che ci accompagni la persona con cui abbiamo sempre voluto farlo. Non è risolutivo che sia un viaggio lontano o vicino. È quel viaggio la sola idea che ci riempie di emozione e ci fa sognare.

Che agita le fantasie di bambino famelico di storie da vivere come protagonista.

SERGIO SCACCHIA è nato nel 1958 a Teramo dove vive e lavora. Dopo anni di esperienze televisive e radiofoniche, ha iniziato a scrivere soprattutto di territorio su diverse testate locali.

Ha acquisito una consolidata esperienza nel giornalismo culturale trasmettendo emozioni e suggestioni scaturite dalle tante escursioni effettuate, tra bellezze artistiche e naturali.

Attualmente collabora con i Free-Press "Blu 24 magazine" e "Teramani", oltre che con la testata diocesana "L'Araldo Abruzzese".

Silenzi di pietra è la sua opera prima.

PRESENTAZIONE DI FILIPPO DI DONATO

"Silenzi di pietra" è un libro concepito con felicità, con freschezza, con la purezza e il respiro dell'aria aperta.

Un viaggio che l'autore compie nella parte più recondita del centro Italia, nei monti della Laga e i Sibillini, tra paesi abbandonati, memorie di pastori e carbonai, storie e leggende, tradizioni e curiosità.

Sullo sfondo una natura incredibilmente bella che riserva sorprese, genera avventura, in un mondo dietro casa imprevedibile, assolutamente remoto, tutto da raccontare.

Una certosina, attenta e appassionata opera di Sergio Scacchia, escursionista e viaggiatore, pronto a fermarsi attratto da ogni possibile richiamo dato dalla montagna e dai suoi abitanti. Zone percorse in lungo e largo, nelle varie stagioni, dall’alba al tramonto, inseguendo storie, racconti e leggende, recuperando testimonianze preziosissime degli ultimi “personaggi” sopravvissuti e ancora tenacemente abbarbicati in queste lande sempre più deserte.

Un documento che si srotola nelle varie località, intrecciato con i ricordi delle persone incontrate e con suggestioni evocate, a volte impalpabili, altre evidenti e nette.

Si tratta di un miscuglio a tratti esplosivo, tra conoscenza e esperienza in ambiente, sui sentieri della montagna, da paese a paese.
Dalle pagine trasudano importanza e radici di un’agognata “cultura della montagna”, di una rivisitata occasione per “cittadini” di riappropriarsi di segni e valori prossimi, prima della loro definitiva scomparsa, prima che immobilismo e tecnologia acciambellino tutto in spazi virtuali.

Sergio Scacchia ci provoca e ci invita a diventare “viaggiatori” e ci indica che tutto il percorso è la meta.

Ogni passaggio dei racconti è fonte di inspirazione per una descrizione, un’osservazione, un aspetto naturalistico, un manufatto e tanto altro ancora.
Impariamo così a scoprire quanto è accaduto nelle tre regioni dei Monti della Laga: Abruzzo, Lazio e Marche e si accende la voglia di partecipare e condividere, decisi a ripercorrere alcuni avvenimenti.

Ci attendono torrenti e cascate tra le più belle dell’Appennino che nei rigidi inverni si trasformano in palestre ideali per le arrampicate su ghiaccio.

I piccoli borghi costellano la montagna, pochi gli abitanti tanta la ricchezza di storia e natura, tra boschi nei quali sono presenti anche l’abete bianco e rare orchidee.
In quota anche l’eccezionale lago di Campotosto.
Versanti diversi con il più ripido e sgarupato quello laziale, aspro e selvaggio quello marchigiano, ondulato e accattivante quello abruzzese.

Luoghi da esplorare a piedi, lungo i sentieri, accompagnati dal Club Alpino Italiano, interessato descriverli e segnarli, recuperando le antiche vie di comunicazione

Filippo Di Donato Cai Abruzzo
rappresentante Cai nella FederParchi
www.caiabruzzo.it - www.caicastelli.it

Nessun commento:

Posta un commento