Su una collina affacciata sul mare di Fossacesia, si trova un capolavoro dell'architettura sacra medievale: l'abbazia di San Giovanni in Venere.
L'abbazia di San Giovanni in Venere è posto su di un balcone del promontorio dedicato alla dea della bellezza, a picco su Fossacesia.
L'abbazia venne costruita tra il VI e l'VIII secolo su un più antico tempio pagano dedicato a Venere Conciliatrice.
Attorno al 1015 la chiesa venne ampliata e fu costruito il monastero.
Poi una seconda fase edilizia, ultimata nel 1120, portò la chiesa all'attuale struttura derivata imitando quella di Montecassino.
Una terza fase, promossa dall'abate Oderisio II, portò alla sopraelevazione del presbiterio, e alla copertura delle navate con le volte.
Ma l'ultimazione della chiesa arriverà con l'abate Guglielmo II nel 1344.
L'interno attuale è a tre navate separate da due file di cinque pilastri con la sezione a forma di croce, su cui poggiano gli archi.
Attraverso un arco si accede al presbiterio rialzato, coperto con volte a crociera.
Al di sotto si trova l'ampia e suggestiva cripta, a pianta rettangolare con tre absidi.
Le colonne, che formano cinque navate di differente ampiezza, sono tutti elementi architettonici provenienti dalla demolizione dell'antico tempio pagano.
Nella cripta si concentrano tutte le pitture della chiesa, rappresentate da affreschi risalenti ad epoche diverse: nell'abside centrale si sviluppa il più antico, raffigurante Cristo benedicente nella cosiddetta "mandorla" con in mano il Vangelo, ai lati San Giovanni Battista e San Benedetto, e ai piedi di questi è il monaco Provenzanus, in funzione di committente.
Nella stessa abside vi è un pannello perfettamente conservato, con la Madonna e il Bambino in trono, affiancata da San Michele Arcangelo e San Nicola; precedentemente attribuito a Luca da Pollutri alla data del 1190, è in realtà da datarsi all'ultimo quarto del Duecento.
Le volte delle due absidi laterali sono decorate con altri affreschi, più tardi e risalenti alla fine del XIII secolo: uno con Cristo in trono e i santi Vito e Filippo, l'altro più articolato, con Cristo al centro circondato dai santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Pietro e Paolo.
Sul fianco nord-est della chiesa si apre un ampio chiostro con un portico su tre lati.
Ancora oggi tenuto degnamente dai monaci, è attualmente sistemato a lussureggiante giardino mediterraneo, caratterizzato da una grande varietà di piante tra cui non mancano i cipressi e le palme.
La facciata è austera e semplice.
Attraverso il portale decorato da bassorilievi in pietra bianca, entro e il buio, trafitto da polverosi raggi di sole sembra urlare.
L'abbazia oggi si presenta a tre navate, di stile cistercense dalle maestose volte con travi in legno.
Grandi pareti spoglie.
I dipinti si concentrano tutti nella cripta al di sotto dell'immenso presbiterio.
Colpiscono l'immaginario i troni in pietra usati dai monaci e la stele in pietra che ricorda la breve permanenza, in questo luogo sacro del nostro patrono, il vescovo Berardo che qui si raccolse in preghiera prima di "ascendere alla cattedra episcopale di Teramo".
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