Giulio Cavalli, con il suo teatro di inchiesta scuote le coscienze.
Di certo scuote gli animi in certi ambienti criminali, tanto che dopo la rappresentazione di “Do ut Des”, spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi, vive sotto scorta.
Il premio ad un attore e regista, giullare e artista dello sberleffo perché come dimostra Giulio Cavalli la mafia si colpisce e si batte in mille modi.
Riceve il premio per il suo impegno nel campo artistico e culturale che è stato già stato assegnato tra li altri a Giorgio Gaber, Enzo Iannacci, Fabrizio De Andrè, Dario Fo, Franca Rame, Francesca Comencini, Marco Bellocchio, Mario Monicelli, Moni Ovadia, Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Angelo Branduardi.
Oggi a Giulio Cavalli e idealmente a quanti hanno il merito di mettere in comunicazione il genio, l’inventiva umana, con il necessario sguardo sul mondo, che spesso invece rimane, per gli artisti come per i politici, una distratta incombenza.
A Giulio Cavalli il Premio Borsellino 2013 per la cultura.
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