Passeggiando tra le viuzze degli antichi quartieri di Terranova e Terravecchia, è possibile scoprire un vero tesoro d’arte sconosciuto a molti: La cappella della Misericordia.
È un minuscolo luogo sacro, che presenta all’esterno un aspetto quasi anonimo.
La chiesa è integrata perfettamente tra le abitazioni, tanto da essere ignorata da molti turisti che in estate, la sera, lasciano la solita passeggiata sul lungomare, per recarsi in collina a godere aria fresca.
Basta entrare per essere colpiti dall’austerità di una sala unica divisa in due campate con un bel soffitto dalla volta a crociera e una piccola abside, gioiello tutto affrescato.
Il ciclo pittorico che avvolge l’intero ambiente, racconta con tocchi maestrali, gli episodi salienti della vita di Gesù, soffermandosi soprattutto sui momenti terribili della Passione di Cristo.
Davanti agli occhi dei visitatori appassionati d’arte, sfila la preghiera del Salvatore tra gli ulivi del Getzemani, la cattura e la presentazione davanti al volto truce di Caifa.
In un crescendo emozionale, si ammirano la Flagellazione, l’incoronazione di spine e la difficoltosa ascesa al Calvario.
Si arriva, come spettatori del susseguirsi degli eventi, alla Morte in croce e alla Deposizione del Signore.
Subito dopo, ecco la Speranza che deve animare il cristiano fedele: La Risurrezione che è presentata sublimemente, dai quattro Evangelisti.
A ricordo della pestilenza, vinta dall’amore infinito della Vergine per il paese di Tortoreto, debellata grazie alla Sua intercessione verso Dio, ecco la sfilata di santi.
Sono gli uomini graditi al Cielo, da San Rocco a Sant’Antonio da Padova, ammaliati nello sguardo dall’infinita Misericordia di Maria.
Non manca comunque una pittura che racconta il momento gioioso della vita della Sacra Famiglia: La Nascita del Bambino nella grotta umile di Betlemme.
Secondo gli esperti non c’è dubbio che la cappella, che anticamente celava un luogo di culto pagano, abbia i crismi architettonici del Rinascimento, che in Abruzzo soprattutto nel secolo XVI, ebbe grandi esponenti in costruttori giunti dall’Italia del nord.
Il tempio fu dedicato alla Madonna come ringraziamento per il miracolo della liberazione da una pesta virulenta che aveva colpito il teramano, soprattutto la parte costiera intorno al 1525.
Accanto alla cappella c’era anche un piccolo lazzaretto per il ricovero degli appestati che poi divenne ospedale che funzionò fino ai primi anni dell’ottocento, secondo gli scritti dello storico teramano Nicola Palma.
Non è chiaro definitivamente chi abbia lavorato a questi affreschi.
Lo stile riporta, inequivocabilmente a Cola d’Amatrice che soleva spesso venire in questi luoghi per insegnare arte a giovani promesse.
Fra questi, gli esperti pensano che a realizzare il ciclo pittorico sia stato proprio il suo allievo più fecondo, quel Bonfini che affrescò diverse chiese dei borghi affacciati sul mare Adriatico.
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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
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Come arrivare a Tortoreto Alto:
IN AUTO: Autostrada A14 Uscita Val Vibrata
IN TRENO: Stazioni di Alba Adriatica (a nord), Tortoreto e Giulianova (a sud)
IN AEREO: Aeroporto di Pescara 50 KM
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