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sabato 4 ottobre 2014

Riscopriamo la fantastica cripta, gioiello camplese di sacralità cristiana.

Tra gli antichi gioielli di sacralità cristiana presenti nella provincia di Teramo, merita attenzione la cripta della bella cattedrale di Santa Maria in Platea, nel borgo d’arte di Campli, pochi chilometri dal capoluogo teramano.

Il paese ha molte bellezze da offrire al visitatore, fra cui la singolare Scala Santa e i suoi ventotto gradini in legno da salire in ginocchio e il cinquecentesco Palazzo farnese ma credo che questa cripta e la cattedrale, da sole, meritino il viaggio.

Con la parte sotterranea della chiesa, parliamo di un ambiente bellissimo di una grande armonia architettonica e di una spiritualità fuori del comune.

La cripta sotterranea altro non era che l’antica chiesa che nel Duecento fu affiancata e poi sovrastata da un altro tempio a unica navata che fu restaurato e ampliato tra il Quattrocento e la metà del Cinquecento.


Fu ancora più avanti negli anni che venne anche realizzato il presbiterio e l’abside attuale della cattedrale, oggi ubicata proprio sopra la cripta.

Dal momento in cui la chiesa si ampliò i camplesi, molto devoti all’Immacolata Concezione, dedicarono questo spazio sotterraneo al culto di Maria.

Nella piccola cappella attigua c’è proprio un dipinto che raffigura il popolo camplese, in adorazione, in ginocchio davanti alla Vergine portata in processione.
La scena accade anche oggi, ogni 8 dicembre festa dell’Immacolata, quando la statua è portata in ogni parte del paese, alle prime luci dell’alba.

I lavori di restauro che furono compiuti nei primi anni del duemila con estrema sapienza, hanno ridonato la bellezza antica agli archi e hanno ricreato l’ambiente originale che consta di cinque minuscole navate suddivise in quindici piccole campate.

Il recupero ha fatto riaffiorare dal passato, anche se in parte, i fantastici affreschi di scuola giottesca, realizzati nei primi anni del Trecento.

L’amico, esperto d’arte e di storia, Nicolino Farina di Campli, m’informò che i dipinti sarebbero attribuibili quasi certamente, a Nicola di Valle Castellana, straordinario artista dei monti della Laga, che pare fosse allievo del grande senese Lorenzetti.

Queste pitture sono interessanti, una in particolare raffigura il Cristo che risorge con la particolarità, rarissima, di avere ancora entrambi i piedi nella bara a significare il concreto passaggio per l’uomo, tra la morte del peccato e la vita della Redenzione.


Come arrivare a Campli

Da Nord e da Sud
Dall'autostrada Adriatica A14 (da nord: direzione Ancona; da sud: direzione Pescara), uscire a Teramo/Giulianova/Mosciano Sant' Angelo, prendere la SS 80 Strada Statale del Gran Sasso in direzione Teramo, continuare sull'autostrada A 24, uscire a San Nicolò, svoltare sulla SP 17, attraversare Villa Falchini, Pagannoni Basso, svoltare poi sulla SP 262 per Campli.
Da Pescara
Percorrere la SS 16 in direzione di Chieti, continuare in direzione dell'autostrada A 14, uscire a Teramo/Giulianova/Mosciano Sant' Angelo, prendere la SS 80 Strada Statale del Gran Sasso in direzione Teramo, continuare sull'autostrada A 24, uscire a San Nicolò, svoltare sulla SP 17, attraversare Villa Falchini, Pagannoni Basso, prendere poi la SP 262 per Campli.
Da Chieti
Percorrere la SS 81, imboccare l'autostrada A 14, uscire a Teramo/Giulianova/Mosciano Sant' Angelo, prendere la SS 80 Strada Statale del Gran Sasso in direzione Teramo, continuare sull'autostrada A 24, uscire a San Nicolò, svoltare sulla SP 17, attraversare Villa Falchini, Pagannoni Basso, prendere poi la SP 262 per Campli.


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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.
Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
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