Il video "Presepe e Museo Etnografico Le Genti della Laga (2007-12-25)" è stato estrapolato
dall'archivio della PacotVideo pubblicato su YouTube
e dove sono pubbicati altri 2 video:
1 - Presepe delle Genti della Laga 2003-04
2 - Presepe delle Genti della Laga 2004-05
Un cielo azzurro, punteggiato di stelle splendenti.
La grotta affascinante nella sua semplicità.
Uomini di montagna intenti alla fatica quotidiana.
Una straordinaria opera di artigianato che, in una miscela di sapienti ingredienti, abbraccia il visitatore portandolo in un viaggio tra realtà, storia, fede e cultura laica.
Il presepe delle “Genti della Laga”, la creatura amata da Gino Di Benedetto e Fabrizia Di Girolamo, diventa ancor più coinvolgente nel nuovo scenario, con facciate delle case dagli antichi portali e infissi recuperati da vecchi cascinali decaduti e spaccati di vita contadina che immergono in una realtà agreste che appartiene ai ricordi.
La particolarità del museo sta nella veridicità delle scenografie che emoziona tutti; la mostra svolge anche un ruolo didattico-educativo, permettendo di tramandare la memoria di attività millenarie.
Nella parte riservata alla Natività, trovano collocazione le mirabili realizzazioni dello scenografo napoletano Antonio Flagiello, recentemente scomparso, lasciate in donazione al museo presepe.
Non sola rappresentazione della nascita che cambiò il mondo ma testimonianza di un tempo che fu, di una vita dal ritmo lento che non esiste più se non nel ricordo di anziani sopravvissuti.
Un presepe-borgo che riproduce l’habitat antico: le sfumature, incredibilmente reali degli intonaci delle casette contadine, abitazioni dalle imposte di legno, povere “pinciare” dove la vita è dura, muri sgretolati in tufo, scalinate in pietra della Laga.
I deliziosi balconcini con le inferriate di ferro battuto che esibiscono trecce di cipolle, peperoncini, grappoli di pomodori.
Il panettiere che panifica, lo scalpellino curvo a battere la pietra, il pastore a transumare, il ceramista di Castelli a impastare creta, il ramaio a preparare utensili e tutto intorno il grigio degli acciottolati e dei muretti a secco, il verde delle colline di un verismo incredibile.
E poi i personaggi, riprodotti in tutte le occupazioni quotidiane, con vestiti tipici delle piccole comunità rurali di un Abruzzo che irrimediabilmente non c’è più, a creare struggenti nostalgie.
La nostalgia pervade l’atmosfera di suoni, luci e colori di cui il presepe delle “Genti della Laga” si nutre in un irripetibile afflato naturale.
Tutto, nella Rappresentazione del Cristo che si eleva sopra le miserie umane, rivela la maestria di chi ha concepito la Natività più grande della regione e una delle più interessanti d’Italia.
Una particolare tecnica usata dagli artigiani che dona vita ai protagonisti, dalla lavandaia che smette di sbattere i panni al fiume per assistere alla nascita del Bambino, al venditore di ricotta e salumi che espone la sua mercanzia, l’arrotino in mezzo ai coltelli, fino ai contadini intenti all’”accise de lu porche”, alla trebbiatura, alla vendemmia e raccolta olive.
I volti danno il senso della fatica e della povertà, tra rughe scavate dal sole e dalla vita difficile.
Le montagne di cartapesta, l’antica ramiera, il vecchio mulino, la deliziosa chiesina rupestre, il solitario romitorio, le pecore che attraverso i tratturi, svernano in Puglia, tutto è ricostruito con certosina meticolosità.
Emerge dalla scena un’umanità che non fa passare in sordina l’incredibile avvenimento della nascita dell’”Emmanuele”, ma anzi lo rafforza con migliaia di comprimari che illuminano la scena dolcissima della Sacra Famiglia.
Il fiabesco si mescola al reale nell’armonia del paesaggio dei monti della Laga, tra fiumi, cascate, prati, ruscelli, mentre cresce l’attesa dell’evento più importante dell’umanità.
Il formicolare del mercato paesano, tra bancarelle, botteghe e osterie, si contrappone alla plasticità del volo degli Angeli nel cielo scuro della notte e alla carovana dei Re Magi, in una commistione che stupisce.
E, ovunque, c’è il senso rassicurante di un messaggio d’amore verso Dio e i fratelli.
(Collaborazione: Sandro De Marcellis - Foto: Gianluca Pisciaroli)
Il Presepe sarà visitabile nei seguenti orari e date:
Sabato 15 e 22 dicembre 2012 (dalle ore 16:00 alle ore 20:00),
Domenica 9 e 16 dicembre 2012 (dalle ore 10:00 alle ore 20:00),
Dal 23 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013 tutti i giorni (dalle ore 10:00 alle ore 20:00).
La mostra è visitabile previa prenotazione tutto l’anno.
L’INGRESSO È GRATUITO
Per informazioni e prenotazioni Tel: 338-3316641
Internet: www.cmgransasso.it/ginodibenedetto
E-mail: oggettidelpassato@tiscalinet.it
Blog: http://presepelegentidellalaga.blogspot.com
Facebook: www.facebook.com/groups/266076663441683/
Articolo redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".
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La grotta affascinante nella sua semplicità.
Uomini di montagna intenti alla fatica quotidiana.
Una straordinaria opera di artigianato che, in una miscela di sapienti ingredienti, abbraccia il visitatore portandolo in un viaggio tra realtà, storia, fede e cultura laica.
Il presepe delle “Genti della Laga”, la creatura amata da Gino Di Benedetto e Fabrizia Di Girolamo, diventa ancor più coinvolgente nel nuovo scenario, con facciate delle case dagli antichi portali e infissi recuperati da vecchi cascinali decaduti e spaccati di vita contadina che immergono in una realtà agreste che appartiene ai ricordi.
La particolarità del museo sta nella veridicità delle scenografie che emoziona tutti; la mostra svolge anche un ruolo didattico-educativo, permettendo di tramandare la memoria di attività millenarie.
Nella parte riservata alla Natività, trovano collocazione le mirabili realizzazioni dello scenografo napoletano Antonio Flagiello, recentemente scomparso, lasciate in donazione al museo presepe.
Non sola rappresentazione della nascita che cambiò il mondo ma testimonianza di un tempo che fu, di una vita dal ritmo lento che non esiste più se non nel ricordo di anziani sopravvissuti.
Un presepe-borgo che riproduce l’habitat antico: le sfumature, incredibilmente reali degli intonaci delle casette contadine, abitazioni dalle imposte di legno, povere “pinciare” dove la vita è dura, muri sgretolati in tufo, scalinate in pietra della Laga.
I deliziosi balconcini con le inferriate di ferro battuto che esibiscono trecce di cipolle, peperoncini, grappoli di pomodori.
Il panettiere che panifica, lo scalpellino curvo a battere la pietra, il pastore a transumare, il ceramista di Castelli a impastare creta, il ramaio a preparare utensili e tutto intorno il grigio degli acciottolati e dei muretti a secco, il verde delle colline di un verismo incredibile.
E poi i personaggi, riprodotti in tutte le occupazioni quotidiane, con vestiti tipici delle piccole comunità rurali di un Abruzzo che irrimediabilmente non c’è più, a creare struggenti nostalgie.
La nostalgia pervade l’atmosfera di suoni, luci e colori di cui il presepe delle “Genti della Laga” si nutre in un irripetibile afflato naturale.
Tutto, nella Rappresentazione del Cristo che si eleva sopra le miserie umane, rivela la maestria di chi ha concepito la Natività più grande della regione e una delle più interessanti d’Italia.
Una particolare tecnica usata dagli artigiani che dona vita ai protagonisti, dalla lavandaia che smette di sbattere i panni al fiume per assistere alla nascita del Bambino, al venditore di ricotta e salumi che espone la sua mercanzia, l’arrotino in mezzo ai coltelli, fino ai contadini intenti all’”accise de lu porche”, alla trebbiatura, alla vendemmia e raccolta olive.
I volti danno il senso della fatica e della povertà, tra rughe scavate dal sole e dalla vita difficile.
Le montagne di cartapesta, l’antica ramiera, il vecchio mulino, la deliziosa chiesina rupestre, il solitario romitorio, le pecore che attraverso i tratturi, svernano in Puglia, tutto è ricostruito con certosina meticolosità.
Emerge dalla scena un’umanità che non fa passare in sordina l’incredibile avvenimento della nascita dell’”Emmanuele”, ma anzi lo rafforza con migliaia di comprimari che illuminano la scena dolcissima della Sacra Famiglia.
Il fiabesco si mescola al reale nell’armonia del paesaggio dei monti della Laga, tra fiumi, cascate, prati, ruscelli, mentre cresce l’attesa dell’evento più importante dell’umanità.
Il formicolare del mercato paesano, tra bancarelle, botteghe e osterie, si contrappone alla plasticità del volo degli Angeli nel cielo scuro della notte e alla carovana dei Re Magi, in una commistione che stupisce.
E, ovunque, c’è il senso rassicurante di un messaggio d’amore verso Dio e i fratelli.
(Collaborazione: Sandro De Marcellis - Foto: Gianluca Pisciaroli)
Il Presepe sarà visitabile nei seguenti orari e date:
Sabato 15 e 22 dicembre 2012 (dalle ore 16:00 alle ore 20:00),
Domenica 9 e 16 dicembre 2012 (dalle ore 10:00 alle ore 20:00),
Dal 23 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013 tutti i giorni (dalle ore 10:00 alle ore 20:00).
La mostra è visitabile previa prenotazione tutto l’anno.
L’INGRESSO È GRATUITO
Per informazioni e prenotazioni Tel: 338-3316641
Internet: www.cmgransasso.it/ginodibenedetto
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Blog: http://presepelegentidellalaga.blogspot.com
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Articolo redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".
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