I contadini ripetono una tradizione millenaria: nelle ultime ore della notte, prima che il sole riscaldi troppo l’aria, disidratando i bulbi, i raccoglitori percorrono i campi cogliendo con delicatezza gli stigmi purpurei, poi separati manualmente, incisi con l’unghia ed essiccati nello stesso giorno di raccolta. Infine selezionati e passati al setaccio.
Il bulbo del prezioso Crocus Sativus - fiore mediorientale introdotto nella penisola italiana, precisamente in Abruzzo, intorno al 1300 dal frate domenicano Domenico Santucci - ha fatto la fortuna di questo territorio.
Navelli tiene ancora vivo il culto per questo prodotto che, come dicevamo, ha fatto la fortuna di quest’area e anche quella dei vicini centri di Camporciano, San Pio delle Camere e Prata D'Ansidonia.
Nella frazione di Civitaretenga si trova l'antico monastero di Sant'Antonio, il cui chiostro ha mantenuto intatto l'impianto del XIII secolo mentre la chiesa annessa è rinascimentale, e la settecentesca chiesa dedicata a San Salvatore, decorata con pregevoli stucchi.
A poca distanza c’è l'area archeologica Peltuinum, simbolo storico della zona, che nel III sec a.C. fu un'importante prefettura romana sulla Claudia Nova, corrispondente al successivo tratturo.
La piana si trova su un antico tratturo, oggi strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese, sventrata da una improvvida superstrada, che in passato veniva attraversato ogni autunno da centinaia di migliaia di pecore, condotte a svernare sulla costa e cavalli allo stato brado.
Non tutti sanno però che proprio nel paesino di Civitaretenga, in aperta campagna, c’è una chiesina deliziosa dedicata alla Madonna Rossa dello Zafferano, oggi della Madonna dell’Arco, alla quale figura sacra è legata una leggenda tenerissima.
Si racconta che, in una bettola del luogo, soggiornasse un pittore squattrinato che non potendo pagare l’alloggio, fu ospitato per bontà dell’oste in una stalla, nella mangiatoia delle bestie.
Nel pieno della notte, la Madonna apparve in sogno al povero artista.
La bella Signora chiese per lei un ritratto.
L’uomo era rimasto così abbagliato dalla bellezza della donna che voleva ritrarla con quel meraviglioso sorriso.
Si accorse di non avere i colori.
Salì nella cucina di sopra, prese lo zafferano e disegnò di getto la figura della Madonna sul muro della stalla.
Da tale avvenimento, al posto della stalla nacque la chiesina e per l’immensa fede di questa gente dell’altopiano, iniziò il profondo culto per la Vergine dello zafferano il cui ritratto è custodito all’interno.
Sarebbe lei a preservare i raccolti e a rendere questa spezie dalle mille virtù, la migliore al mondo.
Lo zafferano di Navelli, contrasta l'invecchiamento, stimola il metabolismo e abbassa il colesterolo.
E’ usato anche per colorare le vesti.
La sua è una storia antica di 3500 anni, durante i quali é stato utilizzato farmacologicamente per le sue proprietà disintossicanti e gli effetti depurativi, ingrediente della medicina cinese come elisir di lunga vita e, in cucina, per impreziosire il gusto di piatti di singolare bontà.
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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
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