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domenica 30 novembre 2014

Bella la vita a Mutignano

Il borgo di Mutignano è adagiato tra colline spartiacque di Atri e di Pineto su di un crinale molto panoramico.
Al visitatore appare come una bella donna distesa, languida e attraente.
 Non seduce particolarmente per la sua architettura ma è piacevole l’atmosfera bucolica del paesaggio.

L’occhio è rapito e spazia tra rigogliosi pergolati di viti fin oltre lo sperone che ospita Silvi Alta.
Più in là si apprezzano i rilievi tondeggianti della Majella e sotto, Città Sant'Angelo fino a Chieti.
Certo, da quando, anni fa, dei malviventi trafugarono la tavola artistica di Papa Silvestro nella parrocchiale, il paese ha di certo un’attrattiva minore.

La copia che campeggia nel presbiterio della chiesa a unica navata, pur dignitosa, non ha chiaramente l’identico fascino.
I turisti salivano fin quassù proprio per vivere intensamente il capolavoro del celebre artista rinascimentale, quell'Andrea De Litio sommo autore di parte del ciclo d’affreschi che impreziosisce l’abside del bellissimo
Duomo di Atri.

Proprio nella città ducale a pochi tornanti dal paesino, le opere del Maestro, tra i maggiori pittori del ‘400 abruzzese, regalano popolarità e prestigio alla nostra provincia con capolavori immortali a cominciare dalla “Strage degli innocenti” e al “Commiato della Madonna degli Apostoli”.

Questa chiesa dedicata a San Silvestro ha una particolarità che intriga: il suo ingresso è posto sotto il campanile come accade spesso nelle moschee arabe.
Dentro è custodito anche un bell'esempio di croce del prolifico artista Nicola da Guardiagrele, uno dei principali maestri orafi del ‘400, scultore fra l’altro, dell’eccelsa croce processionale esposta nel museo della basilica romana di San Giovanni in Laterano.
La custode mi conduce all'interno.
Davanti agli occhi c’è la grande pala a trittico di legno dipinto, suddivisa in vari scomparti.

Al centro si ammira San Silvestro Papa in posa benedicente, con la mano destra in alto e la sinistra impegnata a sorreggere una croce astile.
Ai lati della tavola centrale gli episodi salienti della vita dell’uomo santo: il battesimo di Costantino nel momento in cui abbraccia il Cristianesimo, la guarigione miracolosa dalla lebbra, San Silvestro che discute animosamente con i Rabbini sulle verità della Fede e due singolari miracoli che servono a conferire autorità al pontefice da parte di Dio, il toro ucciso e risuscitato e il dragone reso innocuo dalle mani tese del santo.

Fuori dalla chiesa la piccola piazza alle undici del mattino di colpo si è animata: ragazzini intenti a giocare con una palla, donne con borse della spesa.
Lungo il corso, si trova l’antica chiesa di S. Antonio, oggi auditorium, bellissimo esempio di commistione tra vari stili di epoche diverse, è come di consueto inaccessibile.
E’ sempre chiusa, non c’è verso di entrarvi.

Un simpatico signore dalla pancia prominente afferma di avere le chiavi ma dice che senza ordine del parroco non fa entrare nessuno.

Evidentemente il paese è ancora sotto choc per i furti subiti anni fa dalla Parrocchiale.
Scomparvero a causa di ignoti anche un prezioso calice antico.

Man mano che attraverso l’arteria principale del paese è come essere trasportati in altre epoche, fatte anche di genuinità e semplicità.
Ai lati della via principale c’è una teoria di minuscole rue alcune arricchite da antichi sporti tutti dipinti con opere di pittori.

In alcune aperture verso la valle sottostante s’intravede l’Adriatico rosetano.

Intorno al paese le colline sono
immerse nel silenzio della campagna.
Mutignano era il borgo felice della vicina Hatria Picena, l’odierna città ducale che aveva il suo sbocco al mare nei pressi della Torre del Cerrano di Pineto.
Il piccolo villaggio, nato per volontà di una colonia di slavi capitati qui dopo essere scampati miracolosamente a una tempesta in mare, ha subito le dominazioni di Goti, Longobardi fino al potentato della famiglia degli Acquaviva, padroni incontrastati di mezza provincia teramana.
Quadretti idilliaci si dipanano davanti agli occhi: la donna intenta all'uncinetto sulla soglia di casa, il vecchio che ci scruta con la testa a metà fuori dall'uscio, le grosse statue un po’ kitch di due innamorati su di un balcone, intenti a guardare verso l’infinito, i tanti muri affrescati da dipinti che paiono scimmiottare la vicina “Casoli Pinta”.
Tutto offre belle sensazioni visive.

Il paese recentemente è stato oggetto di un bel progetto di recupero.
L’olfatto è invece rapito dal persistente profumo delle crostate appena sfornate dal giovane panettiere all'ingresso del corso.
Il ristorante al centro del paese espone il cartello che ricorda la specialità della pasta alla mugnaia.

La fame si fa sentire.
 La passeggiata termina nel parco di Castellaro, minuscolo polmone verde del borgo, lì dove insiste la primitiva parrocchiale dedicata alla Santissima Trinità.
Tornando in macchina, nell'altra parte del paese, un po’ fuori dal’abitato, è interessante buttare uno sguardo ai ruderi di Santa Maria della Consolazione a forma di croce greca del 1408, data testimoniata da una lapide in latino.
Occorrerebbe un intervento della Soprintendenza alle Belle Arti.


Come arrivare
A24/A25/A14 RM-PE uscita Pescara Nord/ proseguire in direzione Montesilvano Marina/ Pineto
da Napoli: A1 NA-RM uscita Caianello/ seguire indicazioni per Castel di Sangro/ Roccaraso/ Sulmona/ A25 direzione Pescara/ A14 uscita Pescara Nord/ proseguire in direzione Montesilvano Marina/ Pineto

 Informazioni = Municipio tel. 085 94971

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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.
Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
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