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domenica 17 marzo 2013

La Valle dei Borghi, terra di confine

La verde valle del Castellano è costellata di borghi remoti.
Questo corso d’acqua di frontiera, alimentato da due torrenti che scendono da Pizzo di Moscio e Cima Lepri, per lungo tempo ha segnato il confine tra Papato e Regno.
Storia secolare come dimostrano i reperti archeologici d’insediamenti etruschi, longobardi e i toponimi di alcune località attestanti la presenza romana.

Un percorso avvincente a ritroso nel tempo dagli Etruschi al Medioevo e infine al brigantaggio di fine Settecento.

I luoghi raccontano un mondo che non esiste più, restituito in superficie da innumerevoli tombe seppellite in mezzo a queste dorsali appenniniche.
Teschi dalla bocca scarnificata, brocche, coppe di bronzo, utensili raccontano una vita scomparsa come tante attività umane del passato.

Questa un tempo era la patria di abilissimi scalpellini che, per oltre due secoli, hanno lavorato manualmente, donando identità a piccoli paesi come Collegrato, Cesano, Villafranca, Vignatico.
Con loro non esistono più i carbonai, merce rara i pastori, introvabili gli impagliatori di canestri e i fabbri.
Un mondo di cultura agro pastorale scomparso che non tornerà più!

Le sterminate foreste sono state gestite a volte con dubbia efficacia.
Hanno dato legname pregiato, servendo imparzialmente il dio della guerra e quello della pace.
Per lungo tempo i tronchi dritti dei faggi e degli abeti bianchi hanno rifornito soldati intenti alla costruzione d’impalcature di difesa e uomini di montagna per l’edificazione dei tetti in travi delle case.

Il fiume Castellano, durante il periodo delle piene, ha dato energia a piccoli mulini, trasportando i tronchi trascinati fino a riva dai buoi lungo le piste apposite dette di “smacchio”.
Oggi i boschi sono violentati da tagli improvvidi di oscuri boscaioli o piromani impazziti e nulla possono i pochi forestali impegnati in una lotta impari.



Gli articoli inseriti nella rivista sono redatti da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".

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