Il mio lavoro ufficiale è a uno sportello dell’Agenzia delle Entrate.
In burocratese sono un funzionario tributario.
Per i contribuenti sono “lu ragioniere Scacchia”.
In realtà altro non sono che uno di quelli che in qualche maniera costringono a pagare le tasse in un paese dove gli odiosi balzelli servono a coprire le spese di un migliaio di politicanti che si arricchiscono a spese del popolo.
Sarei frustrato se non avessi l’altro mio lavoro, quello che non mi dà soldi ma forse solo un pizzico di notorietà.
Io, amici cari, raccolgo storie in giro per la nostra terra, racconto di chi vive il territorio, interpreto vicende anche scattando una foto.
Poi metto tutto nel blog oltre che nei libri e nelle riviste.
È come se la mattina aprissi una bottega artigiana cercando di realizzare un libro perfetto, una istantanea indimenticabile.
La madre di tutte le storie.
Non sono assolutamente uno storico anche se qualcuno dei miei lettori lo crede fortemente.
Uno di essi, un certo Giacomo, mentre sorseggiavo un caffè al Grand’Italia di Teramo, mi chiamò professore e mi fece i complimenti per i miei studi di storia perché, disse, un passo alla volta tornando indietro nel tempo riusciamo a capire qualcosa del presente.
Mi vergognai a dirgli che non avevo trascorso più di un ora in totale dentro una biblioteca in cerca di notizie storiche.
Io racconto storie, entro nell’ambiente che ho davanti agli occhi, lo descrivo con tutto l’amore che provo e ci metto dentro l’esistenza di qualcuno.
Poi scatto foto con la mia Nikon.
Tutto qui.
In burocratese sono un funzionario tributario.
Per i contribuenti sono “lu ragioniere Scacchia”.
In realtà altro non sono che uno di quelli che in qualche maniera costringono a pagare le tasse in un paese dove gli odiosi balzelli servono a coprire le spese di un migliaio di politicanti che si arricchiscono a spese del popolo.
Sarei frustrato se non avessi l’altro mio lavoro, quello che non mi dà soldi ma forse solo un pizzico di notorietà.
Io, amici cari, raccolgo storie in giro per la nostra terra, racconto di chi vive il territorio, interpreto vicende anche scattando una foto.
Poi metto tutto nel blog oltre che nei libri e nelle riviste.
È come se la mattina aprissi una bottega artigiana cercando di realizzare un libro perfetto, una istantanea indimenticabile.
La madre di tutte le storie.
Non sono assolutamente uno storico anche se qualcuno dei miei lettori lo crede fortemente.
Uno di essi, un certo Giacomo, mentre sorseggiavo un caffè al Grand’Italia di Teramo, mi chiamò professore e mi fece i complimenti per i miei studi di storia perché, disse, un passo alla volta tornando indietro nel tempo riusciamo a capire qualcosa del presente.
Mi vergognai a dirgli che non avevo trascorso più di un ora in totale dentro una biblioteca in cerca di notizie storiche.
Io racconto storie, entro nell’ambiente che ho davanti agli occhi, lo descrivo con tutto l’amore che provo e ci metto dentro l’esistenza di qualcuno.
Poi scatto foto con la mia Nikon.
Tutto qui.
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Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
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