Il suono scende come pioggia sul paesaggio.
Le vecchine compaiono in piazza e si recano in chiesa.
La bellezza del borgo antico produce l’incanto più profondo.
Dire che qui tutto è rimasto come un tempo è forse un azzardo retorico ma non certo una bugia. Montepagano è un paese tutto da vivere.
La Roseto tentacolare ha arrestato la sua espansione selvaggia nella parte finale delle colline sovrastate dal borgo antico che gode, ancora oggi, di una relativa tranquillità.
La campagna aperta lambisce il centro turistico delle rose, alcuni cascinali sparsi tra i campi resistono tenacemente, come manciata di grano gettata dal seminatore e, di quando in quando, qualche filare ombreggia un fosso.
E’ in questa piccola cornice che si trova l’interessante Museo della Cultura Materiale, uno degli oltre quattromila sparsi in ogni parte della penisola che rappresentano una risorsa preziosa in grado di indurre a guardare con occhi diversi il bello della nostra storia.
Dal 1987 questa importante istituzione, nata quasi per caso ad allacciare il filo della memoria con il vissuto paesano, ha il compito di ricercare le testimonianze materiali dell’uomo abruzzese e del suo ambiente, acquisendole, conservandole e comunicandole a tutti.
Nei locali espositivi, visitati mediamente da poco più di millecinquecento appassionati l’anno, troviamo una raccolta che comprende testimonianze della cultura agro-pastorale, dell’archeologia industriale, fino alle molteplici realtà del nostro territorio: cartoline d’amore, foto antiche, immaginette sacre, numismatica, mobili d’epoca della Valle del Fino, caratteristici costumi abruzzesi, strumenti musicali dei “bandisti” artigiani, raccolte di giornali e riviste antichissime e tanto materiale della devozione popolare.
Ancora oggetti poveri ma unici, arnesi da lavoro manuale, magari non eleganti ma robusti e ingegnosi, cimeli e libri che paiono vivere la loro seconda giovinezza fino ai giochi di quando eravamo bambini.
Tutto questo prezioso materiale è contenuto in ambienti ricostruiti fedelmente grazie alla passione di una vivace associazione, “Vecchio Borgo”, capitanata dalla vulcanica Anna Maria Rapagnà, fondatrice del museo assieme a tanti cittadini tra cui gli studiosi storici, Luigi Braccili e Mario Giunco.
Una miriade di segni antichi messi a testimonianza, come mucchietto di pietre lasciato in montagna per l’orientamento di chi passa.
E’ un pellegrinaggio nella civiltà contadina, scoperte improvvise di particolari mai o poco notati, che all’occhio del visitatore si rivelano poetici simboli di vita.
Solo visitando questa fantastica esposizione ci si può rendere conto dell’inestimabile patrimonio culturale ed etnografico che esso rappresenta.
In ognuno di questi oggetti c’è una parte di noi, un’impronta che il museo aiuta a riscoprire, a ricordare, ad approfondire.
È la firma lasciataci dai nostri nonni che seppero creare manufatti di costume, autentica poesia della nostra esistenza.
Per info: Tel.: 085-8936053
=========================
Articolo di Sergio Scacchia pubblicato sul blog Paesaggio Teramano collegato alla rivista omonima.Sul blog "Paesaggio Teramano" possibilità di visionare o fare il download dei numeri della rivista già pubblicati.
=========================
Nessun commento:
Posta un commento